La benedizione dei papà è una tradizione che si ripete anche quest’anno all’interno della messa del 19 marzo alle 18 in Cattedrale.
Non è facile essere e fare il padre. Serve una grande riserva di forza, di coraggio e di fiducia. «Colui che genera un figlio – scriveva Fëdor Dostoevskij – non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende degno». Di fronte a questa responsabilità una benedizione speciale non può che far del bene. A proporla è il vescovo Derio: «Abbiamo ripreso a fare la benedizione degli innamorati e faremo anche quelle due successive: cioè la benedizione di papà in marzo e quella delle mamme in maggio. L’intento di queste benedizioni è quello di creare delle celebrazioni senza messa. E cioè delle celebrazioni che abbiano dei gesti, delle riflessioni sulla Parola, dei canti e dei simboli appropriati per due grandi ragioni. La prima è diversificare i modi di riflettere e di pregare: non c’è solo la messa, ma ci son molti altri modi e quindi è importante reimparare a scoprire modi di pregare diversi dalla messa. La seconda ragione è quella di accentuare il rito della benedizione che è un rito antico molto presente nella Bibbia, già nell’Antico Testamento, ed è un rito molto più ampio e libero rispetto alla messa. A tale rito possono partecipare tutti».
Appuntamento il 19 marzo alle 18
L’appuntamento però quest’anno cade di domenica, il 19 marzo, festa di San Giuseppe. «Faremo dunque un’eccezione a quanto detto – riprende il vescovo – e faremo la benedizione dei papà all’interno della messa che presiederò alle 18 in Cattedrale mantenendo, però, un gesto e un simbolo appropriati. Sarà la consueta messa ma con due momenti particolari dedicati ai papà».
La messa sarà animata dal coro della pastorale giovanile e ci sarà, come novità, una danza al momento dell’offertorio.