Da Costagrande a Monte Muretto 14 stazioni immerse nella natura. Nella Sala Bonhoeffer i disegni di Stoisa.
A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, il vescovo Derio ha guidato due diversi cammini lungo le stazioni della Via Crucis.
Sulla via della croce da Costagrande al monte Muretto
Il primo, che ha coinvolto circa 300 fedeli, si è svolto nel pomeriggio del 2 aprile, Domenica delle palme, con partenza dalla cappella di San Defendente a Costagrande per giungere poi sulla sommità di Monte Muretto. Le stazioni sono state realizzate in memoria di Valerio Brun e di sua figlia Rita, da parte del marito di Rita, Claudio Andreoli, che l’ha studiata, progettata e concretamente realizzata con l’aiuto di Renato Garbolino.
Il percorso si è svolto in silenzio, poi, sulla vetta, di fronte al bellissimo e luminoso panorama, il vescovo ha ricordato che «la via Crucis non termina nel sepolcro, perché dove finisce la strada, il cielo comincia».
Dopo la preghiera e la benedizione, la comunità di Costagrande ha offerto a tutti i presenti un rinfresco.
In mostra la Via Crucis di Stoisa in Seminario
Ben sette gruppi si sono alternati martedì 4 aprile, dalle 15 alle 22, nella sala “Bonhoeffer” del Seminario di Pinerolo per seguire le visite guidate dal vescovo Derio alla Via Crucis di Luigi Stoisa.
Introducendo i grandi disegni che ripercorrono e reinterpretano in modo incisivo e originale le 14 stazioni il vescovo ha invitato i presenti a guardare in faccia la propria vita ricordando che «per i credenti la via Crucis è un rimanere stupiti che Dio sia così, perché la Vita Crucis è una fotografia di Dio. Per il credente questo è “turbante” perché ci turba che Dio muoia, che perda. Ma è anche appassionante che sia così, che non si tira indietro e da tutto se stesso».