Il 28 gennaio 2025 ricorre il 50° anniversario della morte di don Giovanni Barra, sacerdote pinerolese riconosciuto Venerabile dalla Chiesa Cattolica.

 

 

 

 

 

Sono passati 50 anni dalla sua morte, il 28 gennaio del 1975, eppure in tantissimi serbano di lui un ricordo indelebile. Don Giovanni Barra non lasciava indifferenti. Colpiva il suo sorriso, la sua affabilità, la sua bontà, la sua capacità di ascoltare. Colpivano i suoi articoli e i suoi libri. Colpiva il suo modo originalissimo di pregare: in chiesa, nel silenzio, prostrato a terra. Il sacerdote pinerolese (era nato il 13 gennaio del 1914 a Riva) ha lasciato un segno profondo nelle persone, e soprattutto nei giovani, che in qualche modo hanno incrociato il suo cammino: insegnante nel Seminario di Pinerolo, assistente dell’Azione Cattolica e della Fuci, inventore e anima di quella Casa Alpina di Pragelato cui fu legato per tutta la vita, giornalista, scrittore, parroco di Madonna di Fatima e rettore del Seminario vocazioni adulte a Torino.

«Ha insegnato ai giovani la “pedagogia della santità” invitandoli a scoprire nel Vangelo una via di bellezza – ha scritto il vescovo emerito Pier Giorgio Debernardi nella prefazione al libro di don Giorgio Grietti “Don Giovanni Barra, Sacerdote di Cristo” -. Non ha cessato di ricordare a tutti “il primato della Grazia”, mettendoli in guardia dalla tentazione di credere che i risultati nell’apostolato dipendano dalla propria capacità e dalla propria bravura […]. Partendo da questa verità, don Barra ha fatto gustare la preghiera e ne ha insegnato l’arte come segreto per tenere strettamente unite contemplazione e azione».

Nella Messa di trigesima, nella chiesa di San Lorenzo a Torino, il cardinal Michele Pellegrino nell’omelia profetizzò: «Io non ci sarò più, ma la Chiesa un giorno confermerà la santità di don Barra». A oggi è riconosciuto come venerabile.